Iniziata ieri una nuova fase commerciale USA-UE secondo Studio Gazzani

La situazione partita ieri tra USA e UE riguardo ai nuovi dazi segna un punto di svolta nelle relazioni commerciali transatlantiche: dal 7-8 agosto 2025 sono entrati in vigore nuovi dazi statunitensi su quasi tutte le importazioni europee, fissando un’unica tariffa “tetto” del 15% su gran parte dei beni europei diretti verso gli Stati Uniti. Questa misura supera di molto la media delle precedenti tariffe applicate dagli USA sui prodotti UE (storicamente intorno al 4,8%), anche se è inferiore al 30% annunciato in primavera e rappresenta un compromesso raggiunto dopo settimane di negoziato e tensioni

 Perché questa escalation

– La decisione statunitense, fortemente voluta dall’amministrazione Trump per correggere quello che viene definito uno squilibrio nei rapporti commerciali, è la risposta sia alle dispute storiche (dazi su acciaio/alluminio, auto, prodotti industriali) sia alle recenti divergenze su energia, tecnologia e concorrenza globale.

– L’UE, che aveva pronto un pacchetto di contro-dazi da oltre 93 miliardi di euro su beni USA, ha deciso per ora di sospendere qualsiasi contro-tariffa per almeno sei mesi – una mossa di distensione collegata all’accordo raggiunto politicamente il 27 luglio da von der Leyen e Trump. In questo periodo, Bruxelles mira a consolidare la tregua e verificare il rispetto degli impegni, tra cui una revisione dei dazi USA su auto e componenti e deroghe su settori strategici come aerei e farmaceutica.

 Conseguenze e incognite

– La misura offre “stabilità e prevedibilità” alle imprese europee e americane, evitando un’escalation incontrollata daziaria. Tuttavia, molti osservatori e leader politici in Europa (in particolare in Germania e Francia) hanno già criticato l’accordo, temendo che un dazio medio così alto possa pesare sull’export europeo e sulla competitività.

– Parti dell’intesa restano da implementare: restano forti dazi USA (fino al 50%) su acciaio, rame e alluminio, e la riduzione delle barriere per altri settori chiave deve essere ancora concretizzata nei fatti.

– Sul fronte delle relazioni economiche globali, il nuovo assetto USA-UE rischia di colpire la crescita europea (vista la rilevanza del mercato statunitense per l’export UE: oltre 1.600 miliardi di euro l’anno) e può alimentare ulteriori tensioni e ritorsioni, specialmente con altri partner commerciali come la Cina

Secondo @Studio Gazzani la giornata di ieri ha avviato una nuova fase: si è evitata una guerra commerciale totale, ma la soluzione raggiunta è una tregua fragile e costosa, con molte incognite ancora aperte su effetti reali e durata. L’Europa, mentre lavora per difendere la propria competitività e accompagnare le imprese colpite dalla nuova barriera doganale, resta in attesa che gli USA mantengano gli ulteriori impegni presi, confidando in un progressivo ritorno a rapporti di libero scambio più equilibrati tra le due sponde dell’Atlantico, e soprattutto ad un cessate il fuoco bellico.